martedì 31 maggio 2011

Flashback: un'altra Miami-Dallas


Inevitabilmente la memoria ritorna a quei giorni di giugno del 2006, quando i favoriti Mavs persero, in maniera incredibile, contro gli Heat del giovane Wade e di Shaq. Pochi pronosticavano ad inizio stagione una Finale con queste due contendenti, era più plausibile ipotizzare un atto finale con i campioni in carica dei Lakers o con gli inossidabili Celtics. Ma il cammino di queste due squadre durante la postseason ha sfiorato la perfezione. La Finale se la sono meritata alla grande.
Miami ha messo a tacere tutti gli scettici, eliminando senza troppi patemi Boston. Da lì la loro corsa si è rivelata inarrestabile, hanno preso consapevolezza e sono diventati squadra, non solamente un trio di solisti. Che poi questa storia dei tre individualisti ha poco senso vedendo quello che fanno in campo questi signori. In difesa ognuno si sacrifica e nella metà campo offensiva non ci sono gelosie.
Gli Heat sono la squadra di Wade, senza ombra di dubbio. Ma Lebron in molti finali di partita, contro Celtics e Bulls, si è trascinato la squadra sulle spalle, guidandola alla vittoria. Chissà, forse senza il peso di essere il numero uno assoluto di una squadra riesce a giocare più libero e senza troppa pressione.
Dallas, dal canto suo, ha buttato fuori i Lakers con un perentorio 4-0 e poi i giovani Thunder. E pensare che qualcuno la dava già fuori al primo turno contro Portland. Io ero uno di quelli lo ammetto, non credevo in loro ma mi sono dovuto ricredere di fronte a questi Mavs e davanti ad un immenso Dirk Nowitzi. In my humble opinion, il miglior europeo di sempre.
Tornando a quelle notti del 2006 molte cose sono cambiate. I leader delle due squadre sono sempre gli stessi ma intorno a loro c'è molto più talento. A mio avviso quelle del 2006 furono una delle Finals con minor talento  sul parquet della storia. Ma furono comunque entusiasmanti, visto l'andamento della serie.

Cinque anni fa il quintetto degli Heat era composto da Jason Williams, Wade, Antoine Walker, Haslem e Shaq con Posey, Payton e Mourning che uscivano dalla panchina. Ed erano guidati da Pat Riley, con assistente quello Spoelstra che adesso guida questi nuovi Miami Heat. Una squadra con un'ottima front line e con buoni veterani ma che non si può confrontare con quella di adesso. Ora è meno attrezzata sotto canestro ma con molto più talento: Wade più Lebron, Bosh, Bibby, Miller, Chalmers con in più il ritrovato Haslem.
Dallas invece scendeva in campo con Devin Harris, Terry, Josh Howard, Nowitki e Dampier. Dalla panchina uscivano Stackhouse, Van Horn, Adrian Griffin e Desagana Diop. Coach Avery Johnson.
Ora sono una squadra più versatile e con più classe: Kidd si sta gestendo in maniera esemplare ed ha insegnato basket ad un ragazzino come Westbrook, Chandler è nella squadra che maggiormente lo valorizza e  Marion sta vivendo una seconda giovinezza. E dalla panchina escono degli specialisti come Terry, Stojakovic e il piccolo grande JJ Barea.
Nel 2006 i Mavs erano guidati da un coach giovane ed emergente mentre gli Heat dall'immortale Pat Riley. Cinque anni dopo la situazione è più o meno la stessa, ma a parti invertite. Sono i Miami ad avere un allenatore in rampa di lancio ed è Dallas che presenta un coach esperto e navigato.
Fare un pronostico per quest'anno non è facile. Guardando ai risultati della regular season i Mavs hanno vinto tutti e due i confronti. Ma tutte e due le partite si sono giocate prima di gennaio. E' da lì in poi che gli Heat hanno cambiato marcia ed hanno cominciato ad assumere una prima fisionomia di squadra. Ma bisogna tener conto anche che Dallas è la squadra che ha limitato di più King James: Lebron non ha mai tirato oltre il 30% nei due confronti.
I Playoffs sono comunque delle gare a sè e le Finali ancora di più. Il cuore mi direbbe Dallas perchè Jason Kidd è uno dei miei giocatori preferiti di sempre e un titolo se lo meriterebbe, per non parlare di Wunder Dirk.
Ma vedo Miami ancora vincitrice, probabilmente per 4 a 2.
Mancano poche ore a Gara 1, preparate il divano per la nottata e godetevi lo spettacolo.
Buone Finals a tutti !!!

venerdì 27 maggio 2011

I "Pionieri" della Storia Nba


La maggior parte dei tiri, dei passaggi, delle schiacciate, dei movimenti che vediamo nell'Nba di oggi è un film già visto nel passato.
Ci sono stati alcuni giocatori che hanno tracciato il sentiero e sono entrati di diritto nella storia di questo sport, giocatori-simbolo che hanno influenzato chi è venuto dopo di loro.
Basti pensare a come Dwight Howard cerchi di migliorare il suo gioco in post basso replicando i movimenti di Hakeem Olajuwon, oppure Kobe Bryant che prende spunto da MJ, fino ad arrivare a Steve Nash, le cui fonti di ispirazione nei passaggi sono state senza dubbio Bob Cousy e Pete Maravich. Vediamone alcuni di loro:

SCORING: Wilt Chamberlain
Si può discutere sul livello competitivo Nba degli anni '60 ma Wilt era una macchina da punti (eredi: Michael Jordan, Kobe Bryant).

DIFESA: Bill Russel
I suoi rimbalzi, le sue stoppate, la sua difesa hanno portato i Boston Celtics a vincere 11 titoli (eredi: Kareem Abdul-Jabbar, Ben Wallace, Dwight Howard)

POTENZA: Shaquille O'Neal 
Incontenibile quando riceveva palla in post basso. L'unico modo per fermarlo era mandarlo in lunetta (erede: Dwight Howard).

TRIPLA DOPPIA: Oscar Robertson
Il primo e unico giocatore a collezionare una tripla doppia di media. Di media sì avete capito bene. 30 punti + 12 rimbalzi + 11 assist. Per un giocatore che non arrivava ai 2 metri. Pazzesco (eredi: Magic Johnson, Jason Kidd, Lebron James).


DOMINATING: Michael Jordan
Ha dominato ogni aspetto del gioco. Non servono altre parole (eredi: Kobe Bryant, Lebron James).


DRAFT: Spencer Haywood
Il primo giocatore che ha lasciato l'Università prima di finire i 4 anni, troppo dominante per l'Ncaa degli anni '70, ha aperto la strada per quasi tutti quelli venuti dopo (eredi: 95% dei giocatori Nba).

DUNKING: Julius Erving
Da quando è arrivato Julius l'Nba non è più stata la stessa. Ha imposto la schiacciata come parte più elettrizzante del gioco (eredi: Michael Jordan, Vince Carter, Lebron James).

LITTLE MAN: Calvin Murphy
175 cm. Prima che Nate Robinson vincesse la gara delle schiacciate c'era lui a provare che il basket non è uno sport per soli giganti. Non un fenomeno da baraccone come Nate the Great ma giocatore solido con una partecipazione all'All Star Game (eredi: Muggsy Bogues, Earl Boykins).


LEADERSHIP: Red Auerbach  
Il Coach, nonchè figura carismatica, dei Celtics che hanno aperto una dinastia tra gli anni '50 a '60. Leggendario (eredi: Pat Riley, Phil Jackson, Greg Popovich).


3-POINTER: Reggie Miller
Grande realizzatore, poteva segnare in molti modi ma il suo marchio di fabbrica era il tiro dalla lunga distanza. Letale (eredi: Ray Allen, Peja Stojakovic).


FLOPPING: Bill Laimbeer 
Chiedete a un giocatore contro chi non vorrebbe mai giocare. Vi risponderà Bill Laimbeer (eredi: Vlade Divac, Manu Ginobili, Anderson Varejao).

CROSS OVER: Tim Hardaway
Il primo giocatore ad utilizzare il palleggio incrociato come fonte offensiva primaria. A volte ti poteva ridurre in trance (eredi: Allen Iverson, Dwayne Wade, Rafer Alston).

DREAM SHAKE: Hakeem Olajuwon
Adesso questo movimento lo vediamo fare da Rondo e prima da Duncan, ma come lo faceva Hakeem non lo farà mai nessuno. Irripetibile (eredi: Rajon Rondo, Tim Duncan).


HOOK SHOT: Kareem Abdul-Jabbar
Il gancio cielo di Kareem. Impossibile stopparlo (eredi: Dwight Howard work in progress).

NO-LOOK PASS: Bob Cousy 
Ha rivoluzionato il ruolo della point guard. Un artista della palla a spicchi (eredi: Magic Johnson, Jason Kidd, Steve Nash, Jason Williams).

POSTERIZIATION: Shawn Bradley 
C'è chi ha una classifica delle 10 migliori schiacciate fatte e chi, come il buon vecchio Shawn, di quelle subite (eredi: Theo Ratliff, DJ Mbenga).

martedì 24 maggio 2011

The Best 2nd Choices


Dennis Rodman, Toni Kukoc, Rashard Lewis e Manu Ginobili. Che cos'hanno questi giocatori in comune? Beh sono stati tutti scelti al secondo giro dei rispettivi Draft NBA.
Non si scopre di certo l'acqua calda affermando che il Draft può riservare clamorose sorprese. Da una parte giocatori scelti molto in alto si rivelano ben presto degli autentici All-Star, ma a volte le cose vanno totalmente nella direzione opposta.
Anno dopo anno poi assistiamo a clamorose sorprese dal basso. Giocatori scelti al secondo giro che si dimostrano già pronti e nel tempo diventano dei grandi, grandissimi giocatori. Addirittura alcuni neanche vengono draftati. L'esempio più lampante è quello di Wesley Matthews, guardia titolare di Portland, che ha disputato un fantastico anno da rookie a Utah, senza essere passato dal Draft.
In questa Top Ten voglio proporvi i migliori giocatori scelti al secondo giro degli ultimi 10 anni. Quando si dice "col senno di poi...."


No. 10: Paul Millsap47th overall in 2006
Ignorato al primo giro del 2006 nonostante abbia dominato la classifica dei rimbalzi della NCAA per tre stagioni consecutive. I primi due anni a Utah li vive all'ombra di Carlos Boozer, ma dalla terza stagione comincia a registrare cifre importanti guadagnandosi poi il quintetto base. Giocatore solido, con discreti movimenti offensivi e pochi fronzoli. il 9 novembre del 2010 realizza 46 punti (!!!) contro Miami stabilendo il suo career-high, trascinando letteralmente i suoi Jazz con 11 punti in 30 secondi compreso un incredibile 3/3 dalla lunga distanza.


No.9: Trevor Ariza, 43rd overall in 2004
Ottimo specialista difensivo grazie anche alle formidabili doti atletiche, ma anche discreto realizzatore. Dopo due stagioni ai Knicks e tre ai Magic approda ai Lakers, dove però nella sua prima stagione gioca solo 24 partite a causa di un infortunio.
Sboccia definitivamente nella stagione 08/09, in cui si guadagna il posto da titolare nella corazzata gialloviola risultando un fattore decisivo nei Playoffs e determinante nella conquista dell'Anello contro gli Orlando Magic.
In seguito è passato ai Rockets , in uno "scambio" di free agent con Ron Artest ma dopo un solo anno psi trasferisce in Louisiana alla corte di Chris Paul.


No.8:  Mehmet Okur, 38th overall in 2001
Prodotto dell'Efes Pilsen, arriva in Nba nel 2002 e gioca 2 anni con i Detroit Pistons. A Motown sotto la guida di Larry Brown mostra sprazzi di buon gioco ma non trova molto spazio, avendo davanti due colossi come Ben e Sheed Wallace, ma si toglie comunque la soddisfazione di vincere il Titolo nel 2004. La consacrazione di "Memo" arriva quando si trasferisce a Salt Lake City per vestire la maglia dei Jazz nell'estate del 2004. Di certo non un giocatore dall'atletismo dirompente, ma ottimo tiratore sia da due che da tre, buon rimbalzista e stoppatore, un giocatore completo e intelligente.
Ha partecipato all'All Star Game nel 2007, anno migliore della sua carriera in cui ha toccato i 18.4 punti di media .


No. 7: Luis Scola, 55th overall in 2002
Un giocatore dalla classe immensa, il re del post basso, dell'uso del perno e del corpo. Argentino con passaporto spagnolo, classe 1980, è arrivato in Nba tardi, a 26 anni, ma è riuscito comunque ad imporsi e a migliorare anno dopo anno, fino a diventare una colonna degli Houston Rockets.
E pensare che era stato scelto nel lontano 2002 dai San Antonio Spurs, i quali qualche anno prima avevano scelto sempre a fine Draft un altro discreto argentino che ha giocato anche a Reggio Calabria e Bologna sponda Virtus di cui non ricordo bene il nome.....

No. 6: Mo Williams, 47th overall in 2003
Giocatore molto energico con un ottimo tiro da fuori e una discreta capacità di penetrare, nonostante l'altezza limitata. Non a caso i Cavs avevano individuato in lui il partner ideale da affiancare a Lebron James per portare la squadra al Titolo. Purtroppo il tandem non è riuscito in quest'impresa e adesso Mo si ritrova a Los Angeles, sponda Clippers però. Piedi per terra è ancora uno dei migliori tiratori in circolazione, ma quest'anno la musica è un pò diversa senza il Prescelto al suo fianco.
Si è tolto la soddisfazione di partecipare alla partita delle Stelle nel 2009.

No. 5: Marc Gasol, 48th overall in 2007
Buon sangue non mente. Il fratello minore di Pau è riuscito a uscire dall'ingombrante ombra del fratello maggiore. Ormai è un perno dei sorprendenti Memphis Grizzlies e uno dei migliori pivot in circolazione. Marc rispetto a Pau è un giocatore diverso. E' un paio di cm più alto, ma soprattutto fisicamente più grosso, con un'impronta più da centro puro, da uomo d'area, meno mobile. Arrivato in Nba con poca credibilità offensiva,  in realtà in tre stagioni è sempre andato in doppia cifra per punti segnati di media, e collezionando ben 8 rimbalzi di media in carriera. Un centro solido, vecchio stampo, con ancora ampi margini di miglioramento. Come ha dimostrato negli ultimi esaltanti Playoffs.

No. 4: Monta Ellis, 40th overall in 2005
Incredibile come uno dei migliori realizzatori Nba sia stato scelto così in basso. The Mississipi Bullet è il classico giocatore che non vorresti mai avere contro. Non altissimo, forse non arriva neanche ai 190 cm, fa della rapidità e dell'intensità le sue armi vincenti. Penetratore eccellente, trova quasi sempre il buco per infilarsi  e provocare danni letali nelle difese avversarie. Arriva in Nba nel 2005 e dopo una prima stagione di apprendistato a 6.5 punti di media, esplode nella seconda aumentando le cifre a quasi 20 di media e vincendo il premio di Most Improved Player.
In seguito, a causa di un incidente in moto, e punito dai Warriors con 30 partite di squalifica, ha un calo nella stagione 08/09 ma si riscatta immediatamente l'anno successivo con l'arrivo in squadra del play Steph Curry. 25.5 punti di media nella stagione 09/10 e 24.1 in quella appena conclusa.


No. 3: Michael Redd, 43rd overall in 2000
Questa fantastica guardia tiratrice mancina è stata il go to guy dei Bucks per molti anni. Partito estremamente in sordina (2.2 punti nell'anno da rookie), migliora nelle successive due stagioni arrivando a toccare i 15 di media. Poi l'esplosione!!! Per 5 stagioni mantiene medie altissime, sempre sopra i 20 di media, con un picco di 26.7 nella stagione 06/07.
Viene convocato per i Giochi di Pechino dove contribuisce alla conquista dell'Oro per il Team Usa. Purtroppo la sua carriera ha una brusca frenata il 25 gennaio 2009 quando si distrugge letteralmente il ginocchio e resta fuori per il resto della stagione. Come se non bastasse, nella stagione successiva, contro i Lakers, si rompre di nuovo gli stessi legamenti del ginocchio sinistro.....Giocatore sfortunato.

No. 2: Carlos Boozer, 34th overall in 2002
Non raggiunge i 205 cm di altezza, ma il post basso e alto sono il suo regno. Fisicamente molto piazzato, sfrutta il suo fisico per catturare molti rimbalzi ed è molto affidabile dalla media distanza. Prodotto della prestigiosa Università di Duke, rinuncia all'ultimo anno per rendersi eleggibile al Draft del 2002, in cui viene chiamato addirittura al numero 34. Prima di lui gente come l'olandese Gadzuric o lo scozzese Archibald...... Si afferma subito a Cleveland ma nel 2004, da free agent, si accasa ai Jazz dove diventa una stella e un punto fermo della squadra, formando con Deron Williams un ottimo asse play-lungo, rievocando i fasti di Stockton-Malone per i nostalgici tifosi di Utah.
Quest'anno approda ai Bulls, la squadra sorpresa della stagione. Qualche infortunio di troppo per Boozer ma comunque una stagione positiva, anche se in questi Playoffs sta un pò deludendo.

No. 1: Gilbert Arenas, 31st overall in 2001
Un fenomeno. Punto. Se rifacessero il Draft del 2001 si giocherebbe di certo la prima scelta con Pau Gasol. Invece fu snobbato per tutto il primo giro. Non era considerato un prospetto dal futuro brillante. Si diceva che non avesse un ruolo definito, troppo piccolo per fare la guardia, troppa poca visione di gioco e poco controllo di palla per giocare playmaker.
Ai Warriors scelse la maglia n. 0 per smentire un suo ex allenatore, che gli disse che i minuti che avrebbe giocato nell'Nba sarebbero stati appunto zero. Ed invece nel suo anno da rookie mette a segno quasi 11 punti di media e l'anno successivo vince il premio di Giocare più migliorato.


Il resto è storia di un giocatore tanto fantastico quanto drammaticamente sfortunato. Approda a Washington, e dopo una prima stagione non brillantissima, esplode letteralmente, diventando uno dei migliori giocatori Nba, segnando costantemente 30 punti a partita, con un high di 60 contro i Lakers a dicembre 2006.
Poi nel 2007 l'inizio del calvario. Si rompe il legamento collaterale mediale ma non guarisce mai del tutto e in due anni tocca il parquet solo 15 volte. Quando tutto il peggio sembrava passato, David Stern lo sospende a tempo indeterminato a inizio 2010, per possesso di armi da fuoco nello spogliatoio. Ritorna sulle scene nella stagione 2010/11 ma i Wizards sono ormai la squadra di John Wall. Approda così in Florida, a Orlando, ma Agent Zero non è più il giocatore che ci ha letteralmente elettrizzato.


Meritano una menzione anche: Glen Davis, Marcus Thornton, Carl Landry e Kyle Korver.


Si ringrazia per la collaborazione Alberto Forestieri aka Terenzio, il Matt Bonner della Promozione di TV.

giovedì 19 maggio 2011

Waiting for the Draft


Dopo aver scoperto l'ordine delle squadre che sceglieranno i migliori prospetti al prossimo Draft proviamo a fare una piccola previsione di quello che succederà di qui a poco. Cleveland ha la possibilità di rifondare la squadra grazie alla prima scelta assoluta e alla quarta. Minnesota godrà della seconda scelta mentre Utah, con i diritti acquisiti dai Nets, sceglierà come terza. Anche per i Jazz l'opportunità di rinfrescare il proprio roster con appunto la terza scelta e anche la numero 12.
Non verrà ricordato come uno dei migliori Draft ma ci sono sicuramente alcuni giocatori interessanti e delle possibili sorprese.

1) CLEVELAND: Kyrie Irving | PG | Duke
La ricostruzione partirà dal piccolo grande playmaker di Duke.

2) MINNESOTA: Derrick Williams | SF-PF | Arizona
Insieme a Irving il miglior giocatore del Draft, non se lo possono lasciar sfuggire, anche se in ala sono già coperti.

3) UTAH: Jan Vesely | SF-PF | Partizan Belgrado
Credo che Utah punterà su questo giovane talento dal grande potenziale. Da scoprire il ruolo che occuperà in Nba.

4) CLEVELAND: Enes Kanter | C | Kentucky
Dopo aver scelto un piccolo punteranno su un Big Man. E il giovane turco è una bella scommessa.

5) TORONTO: Brandon Knight | PG-SG | Kentucky
I Raptors hanno bisogno o di un play o di un lungo di peso. Con i giocatori rimasti il meglio è il giocatore di Kentucky.

6) WASHINGTON: Jonas Valanciunas | C | Lietuvos Rytas
Troppo talentuoso per lasciarlo passare. Un potenziale tutto da scoprire.

7) SACRAMENTO: Kemba Walker | PG | Connecticut
I Kings sono alla ricerca di un playmaker dai tempi di Mike Bibby. Kemba potrebbe essere una buona scelta per loro.

8) DETROIT: Alec Burks | G | Colorado
Potrebbe essere il sostituto di Rip Hamilton, pur non avendo le stesse caratteristiche.

9) CHARLOTTE: Kawhi Leonard | SF | San Diego State
Un giocatore tosto, rude ed atletico. Da molti paragonato a Gerald Wallace.

10) MILWAUKEE: Donatas Motiejunas | PF | Benetton Treviso
Giocatore tecnico e talentuoso, deve convincere di avere anche carattere.

11) GOLDEN STATE: Tristan Thompson | PF | Texas
Deve migliorare ancora molto, ma è un giocatore che lavora sodo e con ampi margini di miglioramento.

12) UTAH: Jimmer Fredette | PG | BYU
I Jazz potrebbero spendere la loro seconda scelta proprio sul giocatore più chiacchierato dell'intero Draft.

13) PHOENIX: Marcus Morris | PF | Kansas
Giocatore solido e quadrato, con buoni movimenti offensivi e buon rimbalzista. Il giocatore giusto per i Suns.

14) HOUSTON: Markieff Morris | PF | Kansas
Simile al fratello, meno attaccante ma più difensore. Un 4/5 che potrebbe trovare subito spazio a Houston.

Per chi volesse saperne di più su questi giocatori riguardatevi il mio post di aprile: http://rickynash10.blogspot.com/2011/04/draft-predictions.html

venerdì 13 maggio 2011

Ricambio generazionale


Quest'anno verrà ricordato dagli appassionati per tutta una serie di motivi ed eventi. L'approdo di Lebron James ai Miami Heat, il trasferimento di Carmelo Anthony ai Knicks, la clamorosa sconfitta dei Lakers ai Playoffs, l'addio di Phil Jackson.
Ma stavo riflettendo che siamo di fronte ad una stagione in cui le nuove stelle emergenti non si possono più dichiarare tali perchè sono a tutti gli effetti stelle consolidate. Rising star che stanno rubando la scena ad habituè del ruolo come Kobe Bryant, Kevin Garnett, Tim Duncan, Paul Pierce, Manu Ginobili, gli ormai ex padroni dell'Nba.
Siamo di fronte ad una sorta di ricambio generazionale. Adesso i Playoffs Nba li stanno dominando campioni del calibro di Derrick Rose, Lebron James, Kevin Durant, Russel Westbrook. L'unico portabandiera rimasto dei cosiddetti "vecchietti" è l'immenso Nowitki che sta vivendo una delle sue migliori stagioni, io oserei dire perfino superiore all'anno da Mvp.


Un ricambio che non coinvolge solamente i giocatori. Pensate agli allenatori che sono rimasti in gioco e che si stanno giocando ancora le chances di titolo. Thibodeau, Spoelstra, Brooks non sono certi dei navigati interpreti del ruolo. Sono il nuovo che avanza. E che avanza anche molto velocemente e in maniera dirompente. Eravamo abituati a Phil Jackson, Gregg Popovich e Doc Rivers. Per quest'anno li dobbiamo mettere tutti in un angolo e rinfrescarci con la new generation. Il futuro ci dirà se si tratta di un momentaneo e forse estemporaneo assestamento o di un vero e proprio cambio negli assetti di potere.

giovedì 12 maggio 2011

The Real Black Mamba


In casa gialloviola non tutti si sono ancora ripresi dopo l'inatteso cappotto contro i Mavericks. Se l'addio di Phil Jackson pare ormai certo, ci sono molte ombre sul futuro dei giocatori. L'unico certo del suo posto di comando è ovviamente Kobe Bryant. Su tutto il resto della squadra invece ci sono più ombre che luci.
Ma quali sono le ragioni di questa clamorosa debacle?
I fans e gli esperti hanno puntato il dito su vari temi: età avanzata dei giocatori, difesa perimetrale inesistente, mancanza di concentrazione, contributo dei panchinari assente.
Ma una teoria che sta prendendo corpo con sempre più insistenza riguarda Pau Gasol e i suoi problemi sentimentali. Il catalano durante questi playoff era la brutta copia del campione che siamo stati abituati ad ammirare. Pare che la causa di questa sua eclissi sia stata la rottura con la fidanzata, tale Silvia Lopez Castro.
Fin qui però niente di eclatante, sono cose quasi all'ordine del giorno nel mondo sportivo e soprattutto in un ambiente come Los Angeles. Dietro questa rottura però c'è lo zampino di Vanessa Bryant, sì esatto proprio lei,  la moglie di Kobe. Che ha consigliato e suggerito alla cara amica di accantonare il centro spagnolo.
Una nuova Yoko Ono insomma, che non solo ha contribuito a minare il rapporto tra Pau e la sua compagna ma ha di conseguenza invelenato la sintonia tra Kobe e lo stesso Pau.
Se la storia vi suona familiare è perchè qualcosa di simile era già successo nel 2004 quando Karl Malone vestiva la maglia dei Lakers.
All'epoca il buon vecchio Karl ebbe un incontro ravvicinato con Mrs. Bryant ma lei equivocò alcune sue esternazioni riferendo tutto alla moglie del Postino. Conseguenza: Malone criticò pubblicamente Vanessa, la chimica tra Kobe e Malone si distrusse, i Lakers persero malamente in finale con Detroit, Malone si ritirò.
Pensi, da lì in avanti la signora Bryant si sarebbe tirata fuori da qualsiasi relazione altrui. E invece ci è ricascata iniettando ancora il suo veleno.
E' lei il vero Black Mamba di casa Bryant.

mercoledì 11 maggio 2011

Difensivamente parlando


Discutibili, come ogni anno d'altronde, i quintetti difensivi annunciati oggi dall'Nba. A farla da padrone ovviamente Dwight Howard, fresco vincitore del premio di Miglior Difensore dell'anno.
Selezionati insieme al centro dei Magic anche Rajon Rondo, Lebron James, Kobe Bryant e Kevin Garnett. Kobe e KG ricevono questa onoreficenza per la nona volta, eguagliando Michael Jordan e Gary Payton che detenevano il record.
Nel secondo quintetto entrano Chris Paul, lo specialista dei Grizzlies Tony Allen, Andre Iguodala, Joakim Noah e Tyson Chandler.
Rimangono fuori giocatori del calibro di Dwayne Wade, Gerald Wallace, Josh Smith, Ron Artest, Serge Ibaka, Thabo Sefolosha e Manu Ginobili.
Io sinceramente non vorrei mai attaccare contro un quintetto formato da questi giocatori qua:

- Thabo Sefolosha
- Manu Ginobili
- Ron Artest
- Kevin Garnett
- Serge Ibaka

Sono loro i miei 5 uomini difensivi per fermare un qualsiasi ipotetico quintetto offensivo. Ma d'altronde in questi premi l'Nba tiene conto di molte altre cose. Il premio di Miglior Difensore dell'anno è senza dubbio quello più discutibile.

sabato 7 maggio 2011

Intervista al grande Alessandro Mamoli !!!


Con l'inizio dei Playoffs ho voluto rivolgere alcune domande ad Alessandro Mamoli, noto giornalista e telecronista di Sky Sport nonché opinionista Nba e Ncaa.
Non c'è bisogno di ulteriori presentazioni, lo conoscete tutti !!!

Ciao Alessandro, prima di tutto grazie per la tua cortesia e disponibilità! Partiamo da questi Playoffs Nba.

- Ci sono state alcune sorprese, vedi l'eliminazione di San Antonio e Orlando al primo turno per mano di Memphis e Atlanta. Dove possono arrivare questi Grizzlies? Concluderanno la loro corsa contro OKC?
Scrivo mentre la serie è sull'1-1, pur con la vittoria in trasferta in Gara-1 penso che i Thunder abbiano sufficiente atletismo per fermare i Grizzlies. Ma attenzione perché Memphis in casa si esalta. Penso 4-2 Thunder ma non scommetterei mai su questa serie!

- Come vedi questi Lakers, autori di una stagione fin qui costellata da molti alti e bassi? Non sarà facile ripetersi...
Anche qui, scriviamo dopo il 2-0 Mavs. Penso che i Lakers non abbiano vie di mezzo. Se si riprendono a quel punto credo che vinceranno la serie, ma se non reagiscono, non mi stupirei di un 4-0 Dallas.

- La numero 1 a Est è Chicago, grazie all'Mvp Rose e al Coach of the year Thibodeau, ma li vedo ancora un pò troppo inesperti per arrivare fino in fondo. Qual è la tua opinione?
Il fattore esperienza conterà e non poco, anche se io penso che gli servirebbe di più un Boozer migliore e un buon sesto uomo dalla panchina. Ma Chicago ha la migliore difesa dell'Nba e in stagione non ha mai perso più  di tre partite consecutive, riuscire a batterli 4 volte in 7 partite non sarà facile. Detto questo, il talento di Miami non lo eguaglia nessuno.

- I nostri italiani sono già stati eliminati dai Playoffs. Bargnani è stato criticato pesantemente da Colangelo, Belinelli diventerà free agent. L'unico sicuro del suo futuro sembra essere Gallinari. Una tua opinione su ognuno di loro..
Ad Andrea servirebbe una trade che lo porti in una squadra che gli chiede di essere il secondo o terzo violino, non il primo. Per il resto in attacco ha numeri da superstar. Marco ha giocato la stagione che ci si aspettava, quasi sempre in quintetto, premiato da un allenatore che gli ha dato fiducia. Ha dimostrato di poter reggere dignitosamente il ruolo di specialista, la speranza è che New Orleans gli rinnovi il contratto.
Inizialmente la trade che ha portato Danilo a Denver aveva fatto disperare tutti, in realtà per il futuro del Gallo la situazione è decisamente migliore. Aspettiamo i movimenti estivi dei Nuggets per capire se Danilo diventerà una delle prime opzioni della squadra. Probabile.

- Quale futuro per Dwight Howard ora? Lo vedi ancora in maglia Magic? Non mi stupirei se ripercorresse le orme di Shaq, prima Orlando poi Los Angeles per vincere l'anello..
Non da escludere, le superstar dopo alcuni anni in Nba senza anelli alle dita cominciano a spazientirsi e a cercare soluzioni diverse. Ciò che è successo in estate a Miami insegna. Aspettiamo però, il suo contratto scade insieme a quello di Chris Paul e se fosse il secondo a raggiungere il primo? Impossibile saperlo adesso.

- Parliamo anche di Ncaa. Jimmer Fredette è senza dubbio il giocatore più mediatico e chiacchierato. Che futuro vedi per lui in Nba?
Finché non vediamo chi lo sceglie, chi lo allena, con chi gioca e che cosa gli chiedono, impossibile saperlo. Posso dirti che la maggior parte degli scout Nba pensa che sarà chiamato nei primi 15 e che giocherà.

- Chi saranno i primi 3 giocatori scelti al Draft di quest'anno?
Derrick Williams, Kyrie Irving alle prime due sicuro, poi comincia la rumba. Anche lì, vediamo chi chiama, che giocatore gli serve ma gli europei Kanter e Motiejunas vanno forte.

- I rumors parlano appunto di Motiejunas, Vesely e Valanciunas come possibili scelte europee al primo giro. Con un possibile inserimento anche di Mirotic. Concordi con queste valutazioni? Chi verrà scelto per primo tra questi?
Vedi sopra, se fosse per me prenderei Vesely e poi Kanter ma ribadisco non sappiamo chi li sceglie e cosa ci si aspetta da loro. Se ne prendi uno pensando di farne un giocatore franchigia i rischi aumentano, se invece ti serve come 3° o 4° da aggiungere a un progetto esistente, allora è diverso.

Buoni Playoffs a tutti..... Grazie Alessandro !!!

giovedì 5 maggio 2011

San Zaccaria


Zach, Z-Bo, Zaccaria. Chiamatelo come volete. Ma non chiamatelo più eterna promessa o giocatore dal potenziale inespresso. Adesso tutto è cambiato. Madrenatura gli ha donato un fisico da buttafuori ma due mani da pianista. Morbide e dolci come una mousse al cioccolato.
La carriera di Zach sembrava poter essere luminosissima all'inizio ma non tutto andò per il verso giusto. Scelto  da Portland come 19esima scelta assoluta nel 2001, i primi due anni passati all'ombra di Rasheed Wallace, Shawn Kemp e Dale Davis. Ma al terzo anno si prese il quintetto base e vinse il premio di Most Improved Player. Il 2006/07 la sua miglior stagione con quasi 24 di media e 10 carambole prima di fermarsi per un brutto infortunio. Nell'ultima partita di quella stagione fece registrare il suo carrier-high di 43 punti e 17 rimbalzi!!!
Poi gli anni bui a New York e Los Angeles sponda Clippers e la rinascita a Memphis dove quest'anno si guadagna la prima convocazione ad un All Star Game.
Fuori dal campo è un personaggio fuori dal comune, molto tranquillo e lontano dai ritmi mondani. La sua attività preferita quando non gioca è fare lunghe camminate con i suoi tre cani. Quando gioca invece il suo rituale pre-partita consiste in un piattone di pasta alle tre e mezza del pomeriggio. Molto credente, all'entrata della sua casa potete trovare una Bibbia. San Zaccaria appunto.
Le Tartarughe Ninja sono il suo cartone preferito....non vi ricorda un pò Donatello quando indossa l'headband?

Paradossalmente l'assenza di Rudy Gay è stato un bene per Memphis. Ognuno si è sentito più responsabilizzato e ha dovuto tirare fuori qualcosa in più per scrivere la storia. E ci riesce chi ce l'ha questo qualcosa in più. Storia, appunto.
La cavalcata dei Grizzlies ricorda molto da vicino quella dei Warriors che eliminarono i Mavs, testa di serie numero 1, del neo Mvp Nowitzki nel 2007. O i Nuggets di Mutombo che, sempre da numero 8, sbatterono fuori i Sonics nel lontano 1994.
Conley, Mayo, Gasol hanno tutti alzato il loro livello durante questa postseason. Ma è stato Z-Bo a prendere per mano la squadra, è stato lui la chiave della serie con San Antonio, un rebus irrisolvibile per la difesa del sergente Popovich. Nella decisiva Gara-6 Randolph ha messo insieme 31 punti di cui 17 nell'ultimo quarto e 10 nel parziale decisivo.
E' lui il personaggio copertina di questi Playoffs.

lunedì 2 maggio 2011

And the Best Flopper is....


Notizia fresca fresca è il riconoscimento a Tom Thibodeau come Coach of the year. Meritatissimo. Il difensore dell'anno ce l'abbiamo già. Il sesto uomo pure. L'Mvp non è ancora ufficiale ma il premio è ormai imminente e scontato. Ma ci sono altri tipi di riconoscimenti che anche se non godono di ufficialità interessano il popolo Nba.
Un recente sondaggio di Sports Illustrated ha stilato la classifica dei giocatori più inclini al flop sui parquet Nba, chiedendolo proprio a 152 giocatori Nba.
Il podio è monopolizzato da giocatori non-Usa.
Primo Varejao, secondo Ginobili, terzo Scola. Lo stereotipo "giocatore Fiba=cascatore" non accenna a scalfirsi.
Trovano spazio in questa classifica anche J.J. Barea, Nocioni e Sasha Vujacic.
Primo dei giocatori Usa il veterano Derek Fisher, che deve ormai sopperire alle difficoltà difensive con l'astuzia.
Nessuno dei 152 intervistati ha citato Grant Hill, primo quest'anno nella Lega per sfondamenti subiti. Ogni sfondamento, evidentemente, se l'è proprio sudato.



Questa la classifica completa:

1) Anderson Varejao 22%

2) Manu Ginobili 18%

3) Luis Scola 7%

4) Derek Fisher 6%

5) Kevin Martin 5%

6) Shane Battier
7) Jarron Collins
8) Raja Bell
9) Josè Barea
10) Andres Nocioni
11) Reggie Evans
12) Corey Maggette
13) Kobe Bryant
14) Paul Pierce
15) Sasha Vujacic