domenica 29 aprile 2012

2012 NBA Playoffs: Western Conference



1. SAN ANTONIO: 50 vittorie tonde. Come i Bulls a Est. 10 vittorie nelle ultime 10 partite giocate. Sono, insieme agli Heat, la migliore squadra fra le mura amiche. Lo scorso anno l'infortunio di Ginobili li ha pesantemente condizionati nella corsa al titolo, quest'anno invece si presentano alla post-season al completo e reduci da una stagione regolare compressa e fitta ma non lunga e logorante come gli anni passati.
Possono ripetere l'exploit del 1999, anche quello anno di lockout.

2. OKLAHOMA CITY: Il trio dei Thunder fa spavento se tutto gira alla perfezione. Aggiungiamoci un super atleta come Ibaka e un totem come Perkins e il gioco sembra fatto. Ma nei Playoffs tutto ciò potrebbe non bastare. Il più grande punto interrogativo a mio avviso rimane Russel Westbrook, talento e atletismo paranormale, ma fu ignorato quella volta che il Signore distribuì il sale da mettere in zucca.
Tutti pregustano già una finale James-Durant ma non mi stupirei di vedere i Thunder beffati dai più esperti Lakers e Spurs.

3. LAKERS: Una stagione non iniziata nel migliore dei modi. Inevitabile dopo la dinastia zen di Phil Jackson. Dopo i primi scetticismi Mike Brown ha saputo prendere in mano la squadra, o meglio, ha investito Kobe del ruolo di coach aggiunto.
Dopo lo shock di inizio stagione per il quasi addio Pau Gasol sembra essersi ripreso definitivamente mentre Bynum ha finalmente dimostrato di poter essere un centro dominante, tenuta mentale permettendo, il suo più grosso limite dopo la salute fisica.
Ramon Sessions rappresenta un valore aggiunto non indifferente, il suo arrivo ha reso i Lakers una squadra di vertice. Ma la troppa fragilità in trasferta non permetterà ai gialloviola do poter ambire a tornare alle Finals dopo due anni.

4. MEMPHIS: Insieme agli Spurs la squadra più calda dell'ultimo periodo. Il recupero di Zach Randolph un bell'asso nel mazzo da giocarsi nella post-season. Abbiamo ancora negli occhi la splendida cavalcata dello scorso anno ma, se i Clippers rappresentano uno scoglio non insormontabile al primo turno, gli Spurs con un Ginobili in più sono un bruttissimo cliente in caso di approdo al secondo turno.

5. CLIPPERS: Io credo che per quest'anno a Lob City si dovranno accontentare. La sfida con Memphis è sì molto aperta ma li vedo un attimino inferiori alla compagine di Marc Gasol e soci. La coppia Paul-Griffin non si discute, è tutto il resto che non mi fa impazzire. A cominciare dall'allenatore. Buono sì, ma non super. E per far strada nei Playoffs hai bisogno di fenomeni in campo ma anche seduti in panca.
L'infortunio di Billups ha  rallentato di molto il processo di crescita di questa squadra che ha nel solo CP3 una linea guida.

6. DENVER: Squadra ricca di talento, profonda e giovane. Manca un vero e proprio leader, ruolo che hanno assunto nel corso della stagione i vari Lawson, Afflalo, il nostro Gallo e il brasiliano Nenè, che ora non c'è più, sostituito dallo scienziato del gioco Javalone McGee.
Hanno vinto 8 delle ultime 10 partite di regular season ma gli avversari erano estremamente morbidi. Insieme agli Spurs e ai Thunder sono gli unici a Ovest ad avere un record positivo in trasferta. Ma in casa non sfruttano a dovere il fattore campo.

7. DALLAS: Il settimo posto in griglia un risultato molto deludente ma era prevedibile dopo la rivoluzione di quest'anno. Tyson Chandler, Caron Butler e J.J. Barea non hanno trovato dei degni sostituti in Delonte West, Vince Carter e Lamar Odom, il più grande flop stagionale. I Thunder al primo turno sembrano uno scoglio insormontabile ma mai sottovalutare l'orgoglio dei campioni.

8. UTAH: Arrivano alla post-season superando Houston e Phoenix nella corsa per l'ultimo posto utile. Grazie soprattutto all'ottimo record casalingo, inferiore solo a quello delle prime quattro classificate ad Ovest. Molto fragili in trasferta dove hanno un record praticamente del 30%.
Il punto di forza è il reparto lunghi, che può contare su giocatori del calibro di Al Jefferson, Paul Millsap, Favors e Kanter.

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