Correva l’anno 1947, ad Aliquippa nasce una leggenda: Pete
Pistol Maravich. L'infanzia del ragazzo fu all’insegna di una sola cosa: il
pallone da basket. Gli piaceva tanto che non stava mai senza la palla da
basket, ovunque, perfino al cinema si sedeva nei posti esterni per poter
palleggiare anche durante il film.
Quel ragazzo bianco, quell’insignificante ragazzo
bianco era davvero bravo. Anzi, più che bravo! E’ un fenomeno.
Al college la scelta ricade su LSU Louisiana State
University dove suo padre era stato assunto come allenatore della squadra di
basket. Sono quattro anni di puro divertimento per Pete che pur giocando da play
dimostra delle immense doti realizzative.
Nel suo anno da matricola pur dovendo giocare con i suoi
coetanei (all’epoca le matricole costituivano una squadra a sè) riempie la
palestra ad ogni singola partita. Tutti andavano a vedere quel pizzico di magia
che solo lui sapeva trasmettere. Poi vennero i tre anni di vero basket
universitario, ma non sembrava fare molta differenza: al secondo anno infatti
the Pistol tiene una media 43.8 ppg, battuta nel terzo con 44.2, e battuta
ancora nel quarto con 44.5 punti a partita. Questo triennio di college si
conclude quindi con 3667 punti, RECORD ASSOLUTO IN NCAA, solo che all’epoca non
esisteva ancora il tiro da tre.
Dopo 4 anni ai falchi Pistol Pete fu spedito a New
Orleans, dove erano appena stati fondati i Jazz. Tuttavia la storia di questo
expansion draft ha dell’incredibile: i Jazz cedono Dean Meminger e Bob Kauffman
più quattro picks per quello che pensavano fosse più un fenomeno da baraccone
che un giocatore. Infatti il loro intento è di sfruttare il ragazzo di
Aliquippa per riempire l’arena e guadagnare più soldi.
La sua difficile posizione inoltre era resa ancor
più precaria dalla sua costituzione. Esile e debole The Pistol fu
soprannominato così per le sue immense doti da tiratore, la sua unica sfortuna
è che il tiro da tre fu inventato durante il suo ultimo anno di carriera.
Giocatore di contropiede, amava il tiro veloce e i passaggi improbabili, magari fatti spezzando solo il polso. Irrideva i lunghi avversari quelle volte che si buttava dentro semplicemente alzando la parabola: ne sa qualcosa un tale Mr 100 points in a game che più di una volta si è trovato a non raggiungere un pallone lanciato troppo in alto e troppo bene.
Nessuno poteva spaventare Pete, nessuno. Lui era
semplicemente un passo sopra tutti gli altri, lui era la magia. Il resto della
sua carriera è composto solo da cifre, cifre che recitano 24,02 punti di media
in carriera (con una stagione a 31.1) e un career high di 68 punti in una
partita.
La sua costituzione gli fu fatale: tentando una
delle sue giocate Pete cadde male sopra il suo avversario, il suo ginocchio non
lo resse. Continuò a giocare, ma da allora cambiò. Concluse la sua carriera nel
1980 ai Celtics della nuova scelta Larry Bird, dove il fisico ed il talento
della squadra biancoverde lo ridusse a figura di panchina. La sconfitta nella
finale gli chiuse anche la strada per il titolo, l’unico che abbia mai sfiorato
in tutta la vita con una squadra.
Ormai era già tardi, si ritira, col ginocchio dolorante e
con l’orgoglio ferito. Un lottatore, un guerriero solitario che ha sempre
lottato per la vittoria e per dimostrare di essere il migliore sconfitto dalla
solitudine e dall’eccessivo egoismo che gli è costato l’infortunio.
Toglietevi dalla testa le semplici trasgressioni
di Rodman.
Maravich cambiò quasi tutte le religioni, venne
accreditato come pazzo, e negli ultimi anni della sua vita si dice che
predicasse l’arrivo degli alieni sulla Terra. Genio e sregolatezza, ma un gran
genio.
Un talento e un modo di giocare che costituiranno
un modello per Magic, e per moltissimi altri.
Tanto di cappello Pete, ormai sei storia, ma che
storia... il primo vero showtime.
" Pete was the original. He was the best ball handler I ever saw. Ever." PAT RILEY
" Oh my. He did things with the basketball that players - still today - can't do. If Maravich was playing today, he'd be a god." ISIAH THOMAS
" Oscar Robertson was the best guard I ever played against. Jerry West was the best I ever played with. And Pete is the best I've ever seen." ELGIN BAYLOR
" Like a master chess player, Pete Maravich saw things that nobody else did." BILL WALTON
" He was one of the truly great players that could fill an arena." LARRY BIRD
" Pistol Pete is a legend to all who understand the history of basketball." JASON KIDD
" I've got a lot of Pistol Pete in my game." STEVE NASH
" I learned all my tricks from Pete Maravich." KOBE BRYANT
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